Storia
La Thailandia, conosciuta fino al 1939 come Siam, ha una lunga
storia: risulta infatti che la valle del Maekhong e l'altopiano
del Khorat fossero già abitati ben 10.000 anni fa da
un popolo molto evoluto che potrebbe addiritttura aver originato
le varie etnie asiatiche.
Tra
il VII ed i XIII sec. d.C. l'intera regione venne riunita
sotto l'influenza del regno khmer di Angkor, poi respinto
nell’attuale Cambogia dai principi Thai dando vita al
periodo d’oro denominato “Sukhothai” (1238
d.C.), seguito dal periodo di Ayuthaya durante il quale l'economia
subì un forte impulso grazie ai contatti con i mercanti
Portoghesi, Olandesi, Inglesi, Danesi e Francesi che fecero
la loro comparsa nel Siam tra gli anni 1605 e 1662. Nel 1782
salì al potere Chao Phaya Chakri con il titolo di Rama
I che portò definitivamente la capitale a Bangkok.
La
Thailandia moderna iniziò però con Rama IV,
il Re Mongkut, che avvicinò il Paese agli standard
occidentali dell'epoca e strinse numerosi accordi commerciali
con i partners occidentali. La successiva ascesa al trono
di suo figlio Rama V Chulalongkorn portò alla definitiva
civilizzazione della Thailandia: venne abolita la schiavitù,
istituito un nuovo codice legale e si perfezionarono numerosi
rapporti commerciali, politici e militari con i principali
paesi occidentali.
Il
regime monarchico durò fino al 1932 quando un colpo
di stato impose al re una costituzione e un parlamento. Pridi
Phanomyong, ispiratore del movimento, venne però esautorato
dai militari, che lo consideravano troppo di sinistra e solo
nel 1944 egli riuscì a ritornare al potere.
Fra
gli anni 1932 e il 1958 si succedettero ben sette colpi di
stato e sei costituzioni, che non fecero che rafforzare l'oligarchia
militare al potere e alimentarono la crescita dell'opposizione
interna che culminerà nella rivolta degli studenti
dell'ottobre 1973 durante la quale vi furono oltre 350 morti
e un migliaio di feriti.
Fino agli anni '90 si susseguono altri cruenti colpi di Stato
e la stesura di nuove Costituzioni, finchè nel 1992
venne definitivamente ristabilita la democrazia e indotte
libere elezioni che portarono all'attuale definitivo ordinamento
costituzionale.